lunedì 30 novembre 2009

EVOLUZIONARIA...MI CANDIDO PER AMORE DELLA MIA TERRA

Su e giù per il territorio della provincia, sono andata a caccia di ricordi, di domande, di attese. Armata di passione, con il gazebo di Evoluzionaria, ho trovato e ritrovato il senso delle mie radici. Sono partita piena d’amore per il mio territorio, sono tornata ancora più stregata dalla bellezza di borghi e luoghi.

Ancora più convinta dell’indispensabilità di sostituire ad una politica del day by day, misera e sciatta, una politica “alta”, fatta di progetti e di rielaborazione fattibili dell’ascolto individuale e collettivo.
Così ho deciso di candidarmi alle prossime elezioni regionali spinta da un richiamo forte, maturo, verificato sul campo.
Chi mi conosce lo sa.
Il mio è stato un viaggio nel bisogno e nella speranza. Bisogno rispetto alla pochezza d’idee e di non-presenza della politica ufficiale, bisogno di non restare isolati e bisogno di uscire dall’abbandono istituzionale.
E poi speranza, oltre la crisi, oltre la diffidenza, oltre i proclami e le “ripassate” elettorali dell’ultima ora, di un futuro migliore.
A Gabicce il sole sorge e tramonta in mare.
E’ da qui, da questa metafora, che voglio partire.
Da un’‘idea di futuro solare e positivo, tutto da inventare. Dalle resistenze iniziali delle persone che si sciolgono in flussi di parole, dalle “giacche tirate” per chiedere, per chiedermi non il superfluo ma ciò che è giusto e necessario. In questi luoghi, nei paesi come nelle città, il trambusto mediatico delle sparate di Fini è un’ombra inconsistente.
Qui il Pdl ha bisogno di esserci di più. Ha bisogno di noi di qua, non solo dell’immagine solare, ri-conosciuta e protettrice (lo dico senza ironia, anzi!) di Berlusconi. Qui le idee attendono di diventare anima e corpo. Qui ogni volta, con straordinarie varianti idiomatiche, ho ascoltato le stesse litanie: dai giovani angosciati per la mancanza di una prospettiva occupazionale, dalle Pmi e dai Terzisti che sono in crisi per la crisi del modello Spacca-Merloni e non hanno strade, infrastrutture.
Dagli agricoltori che contano e guadagnano pochissimo, dagli operatori turistici o dell’indotto turistico che quasi non capiscono, ma-che-se-glielo-spieghi capiscono e come la mancanza, da parte del governo regionale, di una visione di sistema. E poi il gap sanitario, la mediocritas dei nostri servizi ospedalieri che si reggono in piedi non per un’evoluzione strategico-organizzativa, ma per l’abnegazione individuale di medici ed operatori sanitari. E ancora ho ascoltato e riascoltato i racconti dei guasti della scuola e della mortificazione dell’offerta formativa. Non dico altro perché chi ci vive dentro da fruitore o da professionista, sa già tutto. Allora Evoluzionaria aveva visto giusto. Aveva puntato il cannocchiale verso obiettivi veri, reali e possibili. Per cambiare, secondo le regole del nostro sistema democratico, serve un voto nuovo e diverso.

Lo dico a tutti, trasversalmente: a destra e a sinistra. Agli assenteisti, ai mille delusi ed agli habitué della scheda bianca. Ascoltate gente: possiamo invertire la rotta. Lo dobbiamo fare. Chi lo farà al nostro posto ? Nessuno. Non illudiamoci.

Una donna, una delle nostre, a Urbania mi ha detto: “Ma lei Signora Palazzetti, cosa viene a fare qui a perdere tempo…tanto non cambia niente ?”. A voi tutti lascio la palla: la scelta è fra fatalismo-immobilismo e un cambiamento possibile, evoluzionario.